Le città della rete Migrantour

Le città della rete Migrantour propongono passeggiate urbane interculturali ideate e condotte da cittadini di origine migrante. Un'esperienza di turismo responsabile a kilometro zero, per meglio comprendere il ruolo delle migrazioni nella trasformazione delle società europee. Un invito al viaggio, all'incontro e alla riflessione sul valore della diversità e del dialogo.

Scegli la tua Città Migrantour

Il Manifesto Migrantour

Il progetto Migrantour ha ormai oltre 12 anni di storia e in tutto questo tempo non abbiamo mai smesso di interrogarci sui presupposti, sugli obiettivi, sui metodi del nostro lavoro. L’allargamento della rete con l’ingresso di tanti nuovi partners in diversi paesi europei ci ha offerto l’opportunità nell’autunno del 2021 di “fare il punto” su quanto abbiamo appreso e sperimentato in questi anni, ritrovandoci tutti insieme per confrontarci sul significato condiviso che questa iniziativa ha per gli accompagnatori interculturali e i responsabili di Migrantour in tutte le città coinvolte.
Siamo felici e orgogliosi di presentarvi qui il frutto di questa riflessione: il “MANIFESTO MIGRANTOUR” esprime l’orizzonte etico, poetico e politico in cui si iscrive la pratica degli itinerari urbani che dal 2009 proponiamo come spazio di incontro interculturale.

Vi invitiamo dunque a compiere un piccolo viaggio all’interno del nostro MANIFESTO, soffermandovi anche voi per qualche istante sulle parole-chiave che guidano il nostro cammino: eguaglianza, solidarietà, dialogo, memoria, scoperta, cambiamento, diversità, inclusività, futuro…

 

Scarica il “Manifesto Migrantour”»

Accompagnatori interculturali:
tante storie per raccontare la città

Vanessa
Carolina
Anas
Abdel-Rahman
Fitri
Giovanna
Feras Salloum
Abir Ouni
Furkan Akay
Abdulaal
Negar
Jill
Meghann
Fiona-Marie
Sasha
Denzel
Yetunde
Dana
Randa
Paula
Karina
Emiliano
Andreea
Bogi
Malinalli
Perla
Osvaldo
Erii
Abdellah
Edma
Andreina
Louis Benjamin
Nadia
Candi
Victoria
Jakline
Iuliana
Marta
Ivone Maria
Adriana
Pierre
Charuni
Monica
Mayela
Eneida
Monica
Fulvia
Tasaffa
Blerta
Filomena
Fatema
Suraya
Ines
Siid
Ali
Mihaela
Camelia
Hassan
Lynda
Anna
Diego
Vanessa
Dayana
Emma
Olga
Roxana
Carmen
Jasmina
Souad
Khadija
Thiama
Ksenia
Vanesa
Priscilla
Fatima
Fabrice William
Victoria
Rosette
Mirko
Daria
Mimount
Sokhna Mariama
Olivia
Jomahe
Semhar
Amancay
Carmella
Haswell
Mariela
Rosina
Jennifer
Mirela
Pato
Marta
Vanessa

Vanessa

Mi chiamo Vanessa, vengo dalla città portuale del Callao, in Perù. Le mie origini italiane e l’instabilità economica e politica del mio Paese mi portarono a Torino, nel lontano 2002, all’età di 18 anni. Mi considero una figlia dei flussi migratori perché sono da una parte afro-peruviana e dall’altra italo-peruviana. Programmatrice front-end al lavoro, femminista e madre nella vita.

Il progetto Migrantour mi ha permesso di riscoprire le mie origini, la mia storia personale, i legami con il mio Paese natale e conoscere nuovi aspetti della Torino che viviamo ogni giorno. Grazie alla passeggiata a Porta Palazzo ho avuto la possibilità di conoscere meglio la storia di una città che ormai sento mia, di conoscere nuove persone tutte con storie diverse da raccontare e mi fa capire che anche se arriviamo da luoghi lontani e godiamo o meno di certi privilegi, siamo tuttə torinesə allo stesso modo.

La parte che più mi appassiona del mestiere di accompagnatrice interculturale è di poter dire la mia versione e da femminista poter parlare delle problematiche e delle ingiustizie che affrontano le persone migranti e le loro famiglie ogni giorno. Attraverso la mia esperienza diretta o meno ho l’opportunità di raccontare, soprattutto alle persone più giovani, perché oggi è più importante che mai parlare di interculturalità, privilegi e differenze e trovare insieme nuovi spunti di riflessione.

Carolina

Carolina

Ciao! Sono Carolina, vengo dal Cile e vivo a Torino, che è diventata casa mia, da 5 anni. L’ amore mi ha portato in questa parte del mondo e la Città mi ha accolto a braccia aperte regalandomi una famiglia, amici, lavoro e nuove esperienze personali e professionali.

Mi sono laureata in Progetti di Ecoturismo in Cile ma da quando ho finito l’università ho sempre lavorato come guida turistica spinta dalla curiosità e dalla voglia di incontrare persone che provengono da diversi luoghi del mondo, conoscere le loro culture e storie, imparare altre lingue. Così mi sono fatta tanti amici cari nel mondo.

Ho conosciuto Migrantour grazie ad una carissima amica torinese e, senza dubbio, è stata una delle esperienze più belle e confortevoli nella mia vita. Ho scoperto luoghi con storie migranti che rendono Torino un mondo multiculturale. Grazie a Migrantour posso raccontare la mia città di adozione e i cambiamenti che vive da diverse prospettive interculturali.

Anas

Anas

Sono Anas, un narratore proveniente dalla Siria. Nel 2015 sono arrivato nei Paesi Bassi come rifugiato, un’esperienza che ha plasmato profondamente la mia passione per la narrazione. Credo fermamente che il modo migliore per capire veramente una persona sia attraverso le sue storie, i racconti della sua vita. Il mio amore per la lettura e l’ascolto di podcast mi tiene continuamente immerso nel mondo delle narrazioni. Attraverso la narrazione, mi propongo di condividere la ricchezza della vita, la resilienza e l’esperienza umana comune, invitandovi a conoscere me e gli altri, una storia alla volta.

Abdel-Rahman

Abdel-Rahman

Sono nato e cresciuto in Egitto, dove ho studiato biotecnologia. Nel 2021 mi sono trasferito a Utrecht, nei Paesi Bassi, per iniziare un dottorato di ricerca sul cancro al seno. Sono sempre stato impegnato in attività di volontariato che mi hanno portato prima al Voorkamer come insegnante di lingua araba e coordinatore della cena comunitaria. Il mio interesse per i temi della migrazione e dello scambio culturale mi ha portato a Migrantour Utrecht. Nel mio ruolo di accompagnatore interculturale cerco il dialogo con i partecipanti, condivido le mie esperienze e conoscenze in modo significativo e mi metto in contatto con molte persone diverse.

Fitri

Fitri

Sono nata e cresciuta da madre cristiana e padre musulmano in un piccolo villaggio di Sumatra Nord, in Indonesia. Provenendo da una famiglia umile, i miei genitori si sono trasferiti in città, affinché noi figli potessimo avere un futuro migliore del loro. Dopo aver completato gli studi universitari a Yogyakarta, ho lavorato per le Nazioni Unite e per diverse organizzazioni del Sud-est asiatico, occupandomi di cambiamenti climatici, sviluppo sostenibile e gestione dei disastri. Ho conseguito un master in studi sulla difesa e la sicurezza. La mia vita ha subito una svolta quando ho incontrato mio marito e mi sono sposata, decidendo di trasferirmi nei Paesi Bassi. Vivo nei Paesi Bassi dal 2023. Essere parte della Migrantour è importante per me. In quanto asiatica, donna, operatrice umanitaria e dello sviluppo e narratrice, Migrantour mi offre una piattaforma per condividere storie ed esperienze, sia mie che di persone che mi hanno preceduta, su come abbiamo superato la complessità e le sfide per arrivare dove siamo oggi, dando forma a chi siamo oggi, insieme ai contributi che abbiamo dato alla società.

Giovanna

Giovanna

Mi chiamo Giovanna, sono nata in quella che definiscono “selva de pedras” (giungla di pietre), ovvero San Paolo in Brasile. Mi sono trasferita a Torino all’età di 12 anni a causa del lavoro di mio papà in FIAT. Torino è diventata con il tempo casa mia e un luogo che amo profondamente.

Attraverso il progetto Migrantour ho potuto, però, conoscere aspetti della città che ancora non conoscevo. Per esempio, tutta la storia e la mescolanza di cultura che possiamo trovare al Mercato di Porta Palazzo oppure tutte le diversità religiose che sono rinchiuse in un unico quartiere della città, ovvero San Salvario.

Migrantour, però, mi ha anche aiutato a riscoprire la mia storia e ricostruire le mie origini. Molte volte diamo tante cose per scontate, e il fatto di dover fare uno studio su noi stessi e sulle nostre radici ci rende anche più consapevoli del fatto che siamo tutti cittadini del mondo.

Torino è la città dell’arte contemporanea per eccellenza e, unendo la mia passione per essa e la voglia di restituire un modo diverso di vedere la città, ho creato il mio percorso per Migrantour che vede ad ogni tappa la descrizione di un’opera o di un artista legati ad una cultura diversa. L’arte mi ha sempre aiutata a raccontarmi, è una fedele compagna e tutto ciò che faccio, e il fatto di poterla utilizzare per descrivere dei luoghi importanti della mia città mi rende molto orgogliosa!

Feras Salloum

Feras Salloum

Sono Feras Salloum, originario della Siria, e ho la fortuna di chiamare la Danimarca casa mia da sette anni. Come accompagnatore interculturale mi appassiona entrare in contatto con persone provenienti da diversi contesti di vita. Mi sono unito a questo progetto per condividere il mio viaggio unico e imparare dagli altri, promuovendo la comprensione e l’unità interculturale.
In qualità di accompagnatore interculturale, l’aspetto più affascinante del mio ruolo è assistere alla trasformazione di una città attraverso la lente dei migranti. Tra i luoghi affascinanti dell’itinerario Migrantour, trovo particolarmente intriganti Sankt Hans Torv e Blågårds Plads. Sankt Hans Torv irradia diversità culturale, mentre Blågårds Plads simboleggia unità e resilienza.
Durante le nostre passeggiate, approfondisco temi come l’esperienza dei migranti, la diversità culturale e il potere dell’inclusione. È davvero appagante impegnarsi in queste conversazioni e contribuire a una comunità più inclusiva e interconnessa.

Abir Ouni

Abir Ouni

Sono Abir Ouni, tunisina, e vivo in Danimarca da 12 anni. Come accompagnatrice interculturale mi dedico a colmare i divari culturali.
Mi sono unita a questo progetto per condividere il mio viaggio e imparare dagli altri. L’aspetto più intrigante del mio ruolo è il contatto con le persone.
I luoghi che trovo più affascinanti nell’itinerario di Migrantour sono la Scuola araba e Blågårdsgade. Della scuola araba apprezzo la conservazione della cultura e della lingua. Blågårdsgade rappresenta una comunità vivace in cui i migranti hanno rivitalizzato il quartiere.
Durante le nostre passeggiate, affronto temi come la tutela della cultura, l’integrazione e il potere del multiculturalismo. È un’esperienza gratificante esplorare questi argomenti con i viaggiatori e creare uno spazio per il dialogo e la comprensione.

Furkan Akay

Furkan Akay

Sono Furkan Akay, originario della Turchia, e da un anno e mezzo vivo in Danimarca. Mi piace il ruolo di accompagnatore interculturale perché mi permette di entrare in contatto con contesti diversi.
Mi sono unito al progetto per condividere il mio viaggio unico e imparare dagli altri, favorendo la comprensione interculturale.
La parte più intrigante dell’essere un accompagnatore interculturale è assistere alla trasformazione di una città attraverso gli occhi dei migranti. Trovo che la Scuola Araba e il Parco Folkets siano particolarmente affascinanti nell’itinerario di Migrantour. La storia della Scuola Araba è una dimostrazione di conservazione culturale, mentre il Folkets Park incarna l’unità e lo scambio culturale.
Durante le nostre passeggiate, affronto temi come la diversità culturale, le esperienze dei migranti e il potere dello scambio interculturale. È un’esperienza meravigliosa partecipare a queste conversazioni e promuovere l’unità e l’inclusione.

Abdulaal

Abdulaal

Sono nato in Sudan e vivo nei Paesi Bassi dal 2016. Sono un attore e studio presso il dipartimento di teatro del Creative College di Utrecht. Mi occupo attivamente di aiutare i giovani nuovi arrivati richiedenti asilo che hanno bisogno di sostegno, ad esempio aiutandoli a chiamare le autorità e a leggere le lettere, cosa difficile per loro a causa delle barriere linguistiche. Li aiuto anche a entrare in contatto con i datori di lavoro e a creare le loro reti. Faccio parte di Migrantour perché mi piace entrare in contatto con gli altri accompagnatori interculturali e con i partecipanti ai tour. Raccontare le esperienze di migrazione delle persone è importante perché, se mi conoscete, potete capirmi meglio e possiamo fare delle bellissime conversazioni.

Negar

Negar

Vengo dall’Iran e vivo nei Paesi Bassi dal 2016. Durante il mio master in Arti, Cultura e Società all’Università di Utrecht, mi sono resa conto che, in quanto immigrata, la questione dell’appartenenza e del sentirsi a casa è al centro dei miei interessi personali e accademici. Nella mia tesi ho affrontato questi temi concentrandomi sulla narrazione. La narrazione – soprattutto quella personale – ha il potere di portare alla luce ciò che è nascosto e meno visibile. Ed è proprio questo il senso di Migrantour: riconoscere e riconoscere le storie non raccontate, offrendo una prospettiva diversa. Come accompagnatrice interculturale, questo è il mio obiettivo: portare le storie degli immigrati nella sfera pubblica e creare una narrazione a cui più persone con un passato di migrazione – soprattutto bambini, come mio figlio, con genitori immigrati – possano riferirsi. Essere ascoltati, essere visibili e riconosciuti è fondamentale per il senso di appartenenza. È quello che voglio, non solo per mio figlio e per la prossima generazione, ma anche per me stessa e, più in generale, per tutti i migranti.

Jill

Jill

Sono di nazionalità tedesca e irlandese. Fin da piccola ho avuto la curiosità di viaggiare e ho vissuto in diversi Paesi. Come ricercatrice sulle migrazioni, lavoro su temi legati alle mobilità transnazionali, alle disuguaglianze, ai giovani e all’istruzione superiore internazionale. Ciò che rende Migrantour speciale per me sono le storie personali di ogni accompagnatore interculturale che ha contribuito a creare questo particolare tour a piedi. A Lombok vivo con i miei due figli e il mio compagno, quindi conosco bene questo quartiere. Ma camminare insieme ai partecipanti al tour mi apre continuamente nuove prospettive, anche su alcune delle sfide sociali di cui discutiamo.

Meghann

Meghann

Sono nata negli Stati Uniti ma ho vissuto tutta la mia vita adulta al di fuori di essi, avendo studiato/lavorato in molti Paesi prima di arrivare nei Paesi Bassi. Sono professore associato di geografia culturale e mi occupo di ricerca partecipativa sul potenziale educativo trasformativo del turismo. Ho co-fondato Migrantour Utrecht perché voglio che mio figlio, nato nei Paesi Bassi da due genitori migranti, cresca in un luogo in cui i patrimoni migratori siano riconosciuti e valorizzati. Migrantour Utrecht contribuisce a questa visione. La parte che preferisco di Migrantour Utrecht è stato il processo di co-creazione del tour stesso. Mette insieme le percezioni, le esperienze e i valori dei compagni interculturali con quelli degli altri abitanti del quartiere per sviluppare una narrazione potente sull’impatto della migrazione sulle nostre vite, sia passate che presenti. Sono incredibilmente orgogliosa e al tempo stesso umile nel vedere come le nostre storie vengono raccontate e accolte dai partecipanti al tour!

Fiona-Marie

Fiona-Marie

Sono cresciuta nella zona industriale della Germania con passaporto britannico, figlia di un pilota inglese. Da quando ho finito la scuola superiore, ho vissuto e studiato in diversi luoghi del mondo. Dopo una laurea in psicologia, ho iniziato un master in Turismo, Società e Ambiente presso l’Università di Wageningen. Sono appassionata di uguaglianza, educazione, facilitazione e danza. La forte convinzione che il turismo possa promuovere società più inclusive mi ha portato a Migrantour. Essere parte di Migrantour Utrecht è stato un grande viaggio. Ho potuto esplorare le mie radici e faccio parte della famiglia Migrantour Utrecht che onoro profondamente. Mi stupisce ancora il fatto che, pur provenendo da tutto il mondo, ci siamo trovati tutti a Utrecht.

Sasha

Sasha

Sono francese e russa. Sono cresciuta nel sud della Francia, circondata da bellissimi paesaggi e persone calorose. Mi sono trasferita nei Paesi Bassi nel 2017 per i miei studi universitari e attualmente mi sto laureando in Studi di genere all’Università di Utrecht. Migrantour è speciale per me perché posso condividere le mie storie con i partecipanti al tour, imparare da loro e creare più legami con il nostro magico quartiere: Lombok. La mia tappa preferita è Bilad Al Sham, una drogheria siriana sulla Kanaalstraat. Il cibo è un elemento forte che non solo collega le persone alle loro comunità, ma fa nascere anche dolci ricordi. Durante i miei tour, parlo sempre dei ravioli russi (pelmeni) e di come mi facciano sorridere ogni volta che mi sento giù. Li apprezzo particolarmente ora, nella speranza di poterli gustare un giorno di nuovo in Russia.

Denzel

Denzel

Vengo dal Senegal e vivo nei Paesi Bassi dal 2020. Ho svolto diversi tipi di lavoro qui, lavorando in ristoranti, costruzioni, sicurezza, negozi, club sportivi, ecc. Ciò che mi piace di più dell’essere un accompagnatore interculturale è imparare, guidare e ascoltare. Ecco perché partecipo a Migrantour: è quello che volevo fare da tempo: condividere le conoscenze. La mia tappa preferita è Ubuntuhuis. È lì che tutto è iniziato per me perché, quando sono arrivato a Utrecht, non conoscevo nessuno. Mi hanno aiutato a trovare casa, cibo – tutto, anche Migrantour.

Yetunde

Yetunde

“Sorridere, prendersi cura, imparare, muoversi e ispirare”: questo è il mio motto. Vengo da Lagos, in Nigeria, dove sono cresciuta con uno stile di vita comune. Mi sono trasferita nei Paesi Bassi per motivi familiari. Ho partecipato a molti progetti sociali e comunitari per promuovere i legami tra persone con esperienze e background culturali diversi. Sono appassionata di rispetto, interazioni, inclusione e salute. Mi piace la musica, la natura, parlare in pubblico, viaggiare, scambiare conoscenze e creare legami significativi con le persone, per un impatto sociale e un mondo migliore. Ecco perché partecipo al progetto Migrantour. La tappa più interessante del nostro tour è De Voorkamer, ovvero “Il mondo in uno spazio magico”. Io e i miei amici crediamo che non ci sia comprensione della migrazione senza vibrazioni – in altre parole, le nostre percezioni possono essere arricchite quando ci connettiamo davvero l’uno con l’altro. Volete camminare con noi per imparare insieme?

Dana

Dana

Sono una siriana palestinese. Mi sono laureata in letteratura inglese all’Università Al Baath di Homs, in Siria. Migrantour offre ai partecipanti una prospettiva diversa sul quartiere Lombok di Utrecht, facendone conoscere sia la bellezza che le sfide. Ci invita a lasciare da parte i pregiudizi e a trovare qualcosa, qualcuno o un luogo con cui possiamo relazionarci. Mi piace essere un’accompagnatrice interculturale. Mi permette di incontrare nuove persone interessanti e di essere semplicemente me stessa con loro. Spero di poter toccare i loro cuori attraverso la condivisione di storie e risate genuine.

Randa

Randa

Sono palestinese, siriana e olandese. Sono arrivata nei Paesi Bassi nel 2017. Ho studiato lingua e letteratura inglese all’Università di Damasco in Siria prima di conseguire un MBA in Bahrein. Sono una scrittrice, drammaturga e narratrice. Ho pubblicato due libri (وطن وخبز وذاكرة (Patria, pane e memoria); لعبة الاختباء (Hide & Seek)), poesie, saggi e un’opera teatrale (“L’umanità perduta”). Il progetto Migrantour Utrecht mi dà l’opportunità di capire come le persone che arrivano nei Paesi Bassi creano un rapporto con il luogo dove vivono. Creare un legame tra i luoghi di cui si parla durante il tour e le proprie esperienze personali rende Migrantour unico, resistendo ai cliché. Per me, la tappa più interessante del tour è Ubuntuhuis. Si concentra sull’importanza di riconoscere i bisogni degli altri – i bisogni fondamentali delle persone prive di documenti. Adoro il saluto Ubuntu: “Ti vedo”/”Sono qui”. Dice molto.

Paula

Paula

Come guatemalteca, mi piace tutto ciò che è colorato. È così che mi lego al quartiere Lombok di Utrecht, attraverso tutti i suoi colori. Io e la mia famiglia viviamo nei Paesi Bassi dal 2019. Abbiamo deciso di trasferirci nei Paesi Bassi con i nostri figli adolescenti per permettere loro di ampliare i loro orizzonti e la loro visione del mondo. In fondo, era anche il mio desiderio da sempre di vivere in Europa. Mio marito è un uomo saggio: moglie felice, vita felice. Per mantenere il legame con il mio Paese d’origine e godere del meglio dei due mondi, ho una compagnia di viaggi specializzata nell’organizzazione di viaggi in Guatemala, chiamata “Let’s Go to Guatemala”. Viviamo molto vicini a Lombok e negli ultimi tre anni la mia vita si è svolta nei dintorni di Lombok. Diventare accompagnatore interculturale con Migrantour mi ha permesso di conoscere diverse prospettive e la storia dell’immigrazione nei Paesi Bassi e di condividere la mia storia personale.

Karina

Karina

Ciao, sono Karina, colombiana, e sono in Spagna da 4 anni. Nel mio Paese sono un’insegnante di scuola materna e ora in Spagna lavoro per “Medici del Mondo”, una ONG. Sono una mediatrice socio-educativa, mi occupo di sostegno psicosociale alle donne a rischio di esclusione sociale, in particolare alle donne che si prostituiscono, che subiscono violenza e alle donne trans. Appartengo alla grande famiglia di Migrantour Barcelona, di cui sono accompagnatrice interculturale da alcuni mesi. Da quando ho conosciuto il progetto, me ne sono innamorata perché penso che sia un bel modo di mostrare la realtà dei migranti da un altro punto di vista, dove ognuno di noi può raccontare qualcosa del proprio Paese d’origine, raccontare una breve storia della propria storia e mettere in evidenza il lato bello del luogo che stiamo mostrando, in questo caso il quartiere Raval. Durante il mio tour visualizzo il problema del traffico di esseri umani, in particolare di donne a scopo di sfruttamento sessuale. La mia idea è di rendere le persone consapevoli che la tratta esiste, che è un problema reale e che dovremmo mostrarlo senza alcun tipo di tabù e senza abbellimenti. Cerco anche di mostrare il lato bello del mio Paese e che anche noi siamo esseri umani, che lavoriamo e che vogliamo solo un’opportunità in un altro posto, per poter aiutare la nostra gente e coloro che abbiamo lasciato per aiutarli ad avere una qualità di vita migliore.

Emiliano

Emiliano

Sono uno psicologo argentino, emigrato nel 2017 in Spagna. Attualmente lavoro come assistente tecnico perché il governo spagnolo non riconosce la mia laurea (né quella di nessun altro). Così ho dovuto rifare la laurea. Ho iniziato a partecipare a questo progetto come modo per integrarmi nella società e incontrare persone. Ho deciso che dovevo uscire un po’ per strada per affrontare la frustrazione e i problemi emotivi che dovevo affrontare a causa del mancato riconoscimento della mia professione e del fatto che dovevo lavorare in un settore diverso da quello per cui ero stato formato. Lungo il percorso ho potuto incontrare persone meravigliose provenienti da tutto il mondo che mi hanno raccontato le loro storie e mi hanno aperto le porte della loro vita. Condividere momenti insieme ad altre persone mi ha aiutato a rendere la mia sofferenza più sopportabile e questo è una buona parte di ciò che voglio mostrare nei tour. Parlo inglese e mi impegno a fare i miei tour anche in inglese. Così posso condividere e mostrare i grandi movimenti interculturali che si stanno verificando nel quartiere Raval. Carichi di stigmi e pregiudizi, come tutti i migranti, attraverso questo progetto vogliamo condividere nuovi discorsi e nuovi modi di fare e condividere che stanno emergendo tra tutti noi. Questo è un po’ lo spirito di ciò che voglio condividere con Migrantour.

Andreea

Andreea

Sono una graphic designer e sono nata in Romania. Sono arrivata a Barcellona per un master in design editoriale nel 2011, ho trovato lavoro e mi sono innamorata della città.
Quando ho sentito parlare di Migrantour, mi sono entusiasmata per questo bellissimo modo di mostrare il mio Paese da un’altra prospettiva. Essere un’accompagnatrice interculturale mi rende molto felice a ogni tour, soprattutto per l’interesse delle persone a conoscere meglio le altre culture e la loro empatia. Con il dialogo è così facile avvicinare le persone, mostrare loro che siamo tutti così diversi ma così simili.
Le visite si svolgono nel Raval, uno dei quartieri che non sono molto ben visti a Barcellona. Si dice che sia pericoloso, ma durante il tour le persone si rendono conto non solo che non è vero, ma che ci sono tante belle persone che fanno cose belle a Raval e che ne vale la pena. Top Manta è uno dei miei posti preferiti, è un esempio vivo di ciò che le persone possono fare insieme e di come queste connessioni possano apportare grandi cambiamenti nel mondo.

Bogi

Bogi

Mi chiamo Bogi e vengo dalla Polonia, da Danzica, una città sulla costa del Mar Baltico.
Sono venuta in Spagna per la prima volta con alcuni amici per trascorrere l’estate e imparare lo spagnolo,
Volevamo davvero conoscere un’altra cultura e la vita in un altro Paese. Nei mesi che abbiamo trascorso qui abbiamo vissuto molte avventure, abbiamo conosciuto persone provenienti da tutto il mondo e ci siamo innamorati di Barcellona. Ricordo di essere rimasta molto colpita dalla bellezza e dal carattere internazionale di questa città. Amo viaggiare e scoprire cose nuove, a Barcellona ogni giorno mi sembrava di essere in viaggio.
Incontrare persone provenienti da angoli lontani del mondo e poter ascoltare le loro storie è stato molto speciale per me. Ho finito per tornare in questa città molte altre volte, ho incontrato persone che sono diventate molto importanti per me e 8 anni fa ho deciso di trasferirmi qui in modo permanente.
Dal primo momento in cui ho conosciuto Migrantour, ho apprezzato la sua missione di combattere i pregiudizi legati alla migrazione. Come accompagnatori interculturali abbiamo l’opportunità di mostrare questa città ai visitatori e ai cittadini da una prospettiva diversa. È uno spazio per condividere, avviare conversazioni e creare nuove connessioni, e mi piace farne parte.

Malinalli

Malinalli

Sono originaria del Messico, ma vivo a Barcellona dal 2004. Ho studiato giornalismo in Messico.
Mi interessano le migrazioni e le questioni interculturali. Attualmente sono attivista per i diritti umani in Messico nell’organizzazione Taula per Mèxic, che tra le altre cose offre rifugio a Barcellona ai giornalisti messicani minacciati di morte in Messico. Ho scritto sull’esilio latinoamericano a Barcellona nel collettivo di scrittura En palabras. Credo che sia necessario dare maggiore visibilità alle storie dei migranti, soprattutto per abbattere lo stigma. Sono sicura che questo aiuterà a creare società più empatiche e solidali. Attualmente sto lavorando a un podcast sulle donne migranti latinoamericane a Barcellona. Sto facendo una residenza radiofonica presso La Bonne, un centro culturale femminile. Penso che i media tradizionali mettano in cattiva luce la migrazione perché rafforzano gli stereotipi o fanno del vittimismo, queste narrazioni sono lontane dalla realtà e non contribuiscono a una visione più riflessiva. Partecipo a Migrantour perché mi sembra che la migrazione sia ancora vista come un problema in Spagna e in molti Paesi, quindi un progetto come questo può aiutare a cambiare la narrazione prevalente ed è anche importante che i barcellonesi diano un volto e una voce ai migranti perché non siamo solo figure, siamo culture, saperi, suoni… e un’altra cosa che mi sembra fondamentale è che attraverso questi percorsi noi migranti abbiamo il controllo della nostra storia, raccontiamo la nostra storia, non è un terzo che ci osserva e poi scrive di noi, siamo noi a raccontare la nostra storia.

Perla

Perla

Mi chiamo Silvia, anche se preferisco essere chiamata Perla, sono nata in Guinea Equatoriale e cresciuta tra Camerun, Gabon e Spagna (Barcellona).
Sono conosciuta come Afropoderossa dal 2017, quando ho deciso di creare il mio account sui social media per condividere la mia transizione dai capelli afro lisci con piastra chimica ai capelli afro naturali. In questo processo, ho condiviso le mie ricette di prodotti afro per motivare le donne afro a far crescere i loro capelli naturali. Da allora, mi sono dedicata a dare visibilità alla popolazione afro in Spagna e a condividere informazioni rilevanti dal continente africano. I miei social network sono un luogo perfetto per riflettere e imparare.
Sono arrivata a Migrantour attraverso i social network, mi sembrava un progetto davvero interessante e mi sono unita alla formazione per fare da guida attraverso le esperienze dei migranti. Vengo da un Paese che è stato colonia spagnola e la storia del mio Paese è strettamente legata alla Spagna e viceversa, ma in Spagna è invisibile. Migrantour è uno strumento perfetto per far sì che i migranti non solo possano fare da guida nei luoghi con più storia e diversità di Barcellona, ma possano farlo attraverso la loro storia personale.

Osvaldo

Osvaldo

Un Porteño che abbina il mate al pane condito con pomodoro e dulce de leche.
Immigrato dal 1995, quando noi “sans papiers” vendevamo ancora tabacco di contrabbando nelle stazioni della metropolitana di Barcellona.
Laureato in Economia sociale e solidale e con un master in Cinema documentario, sono membro fondatore della cooperativa di comunicazione Creación de Responsabilidad Social Audiovisual.
Mi sono unita a Migrantour perché permette a noi migranti di contribuire con il nostro punto di vista e la nostra esperienza personale alla storia di questa meravigliosa città. Del percorso attraverso il Raval, la mia tappa preferita è il negozio Top Manta, perché lo trovo la sintesi perfetta che esprime tutto lo sforzo, la sofferenza e la resilienza di un processo migratorio.

Erii

Erii

 

Nata in Giappone, nella caotica Tokyo, ma cresciuta dall’età di 1 anno nella città culla del Rinascimento a Firenze. Crescere tra due culture così diverse ma ha insegnato che spesso le cose giuste o sbagliate sono solo dei punti di vista e che la cultura dà ad ogni persona una forte impronta nello stile di vita ma senza doverne essere schiavi. Le culture di tutto il mondo hanno la saggezza di insegnare tantissime cose belle ma il bello della cultura è anche la sua flessibilità e continua evoluzione. Incontrare Migrantour mi ha permesso di conoscere persone straordinarie con cui condividere l’amore che tutti abbiamo per Firenze e l’Italia ed il sogno di poter vivere in un mondo più gentile e che apprezza le diversità. Confrontarmi con le persone che partecipano alle passeggiate mi permette di scoprire un punto di vista diverso e anche luoghi di Firenze che prima non avevo mai guardato con particolare interesse. I temi che mi piacciono di più sono le religioni e il cibo. Da molti anni pratico anche l’insegnamento della Via del Tè e questo mi ha reso molto curiosa e sensibile anche verso le discipline e le forme di ospitalità di tutto il mondo.

Abdellah

Abdellah

Portatore sano di cultura magrebina, sono nato e cresciuto a Casablanca (Marocco). Sono arrivato in Italia con una valigia di cartone più di 30 anni fa e mi sono inserito nel mondo della mediazione culturale, lavorando presso strutture pubbliche e private.  Autodidatta e accompagnatore interculturale con una narrazione mediterranea, amo la Sicilia ma non ho mai dimenticato i luoghi dei ricordi. Parlo 3 lingue e ho scelto di lavorare in questo progetto perché amo lavorare nel sociale. Penso che un aspetto geniale e interessante del progetto sia la città (Catania) raccontata  dal mio punto di vista con collegamenti ai ricordi, ai luoghi e ai personaggi del mio Paese d’origine.

I luoghi dell’itinerario che amo di più sono il mercato, cioè la fiera di Piazza Carlo Alberto; Palazzo De Gaetani, sede di Trame di Quartiere, dove si svolge la chiusura dell’itinerario; la Moschea della Misericordia, un luogo suggestivo e rilassante che piace tanto anche ai Catanesi.

Edma

Edma

Mi chiamo Edma, vengo dalla Siria, sono un’artista e vivo in Italia dal 2018. Ho studiato all’accademia delle Belle Arti. Ho poi lavorato come stilista finché è scoppiata la guerra e l’azienda ha dovuto chiudere. Durante la guerra facevo l’insegnante all’accademia delle Belle Arti e presso alcune scuole, facevo anche volontariato con il JRS (Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati) per aiutare la gente fuggita a causa della guerra finché, nel 2018, è arrivato il nostro turno di lasciare casa e andare via.

Qui in Italia dipingo, faccio un po’ di teatro e sono accompagnatrice interculturale Migrantour a Roma nel quartiere Esquilino. Sono contenta di essere parte di questo progetto e portare agli altri un pezzo dalla Siria. Credo tanto nel progetto Migrantour e sono convinta che tutti insieme riusciremo a costruire ponti tra le culture, condividendo le ricchezze, bellezze, pensieri e molto altro.

Andreina

Andreina

Sono nata a Napoli di origini capoverdiane, laureata in Relazioni Internazionali sono mediatrice culturale e operatrice allo sportello Immigrati per Uniti Campania “Unione Italiana Immigrati “del Sindacato Uil. Ho vissuto un periodo della mia infanzia a Capo Verde.

Sono accompagnatrice interculturale di migrantour Napoli dal 2018. Una bella opportunità di confrontarmi con persone diverse ed esplorare la città di Napoli con occhi diversi. Faccio l’itinerario “Mille Mondi alla Stazione” dove già dai primi passi capisci di trovarti in uno dei quartieri più multiculturali della città. I luoghi dell’itinerario che amo di più sono il mercato di via Bologna detto mercato dei senegalesi, dove trovi prodotti africani che non trovi in nessun supermercato; la macelleria Lauri un grande segno di integrazione di un pasticcere napoletano che ha cambiato il proprio modo di fare i dolci con l’arrivo degli immigrati musulmani. Quindi non usa il grasso animale e neanche alcolici. Un’altra tappa che mi piace è la moschea. Si crea un bel confronto.

Louis Benjamin

Louis Benjamin

Sono senegalese e vivo a Napoli da 22 anni. Sono accompagnatore Migrantour dal 2019. Conduco il percorso “Tutti i volti dello scambio” che inizia da via dei Tribunali e conosciamo realtà vivaci che fanno dell’incontro tra persone e culture una ricchezza per la città. Continuiamo con il centro di accoglienza Medihospes, dove dialoghiamo con gli ospiti della struttura e beviamo un tè con dolcetti preparati dallo chef senegalese Ismaila. Entriamo nella Chiesa di Santa Maria della Pace che oggi ospita gli ucraini di rito bizantino, tappa al laboratorio creativo Avventura di Latta, dove alcuni rifugiati di diversa nazionalità realizzano gioielli e oggetti di design con la tecnica tradizionale dei lattonai napoletani, approfondendo le installazioni artistiche pubbliche di Riccardo Dalisi lungo il percorso, per arrivare al centro interculturale giovanile Officine Gomitoli nell’ex Lanificio borbonico. Ogni volta che rifaccio il percorso mi sembra di rivivere emozioni nuovi.

Nadia

Nadia

Sono nata a Dire Daua, in Etiopia, nel 1982 durante il regime del Derg instaurato dal dittatore Menghistu. La mia famiglia, per salvarmi dalla guerra civile, decise di mandarmi in Italia per offrirmi un futuro migliore nel 1991. Vengo adottata da una famiglia italiana che aveva già adottato altri 4 bambini somali. Quindi ho avuto la fortuna di crescere con fratelli, sorelle e genitori sapendo però di avere altri fratelli, sorelle e genitori in Africa. Nel 2001 mi sono trasferita a Roma per i miei studi universitari. Ho amato Roma da subito e ho imparato a scoprirla e ad amarla sempre di più negli anni. Sono accompagnatrice turistica e grazie a Migrantour ho avuto l’opportunità sia di lavorare nel settore in cui mi sono formata sia di scoprire molti luoghi di Roma legati al mio paese d’origine. Se mi chiedono “cosa ti senti”? Rispondo “una romana etiope”, nel senso che sono romana e sono cresciuta qui sempre conservando un senso di appartenenza alla mia terra.

Candi

Candi

 

Ciao, tutti mi chiamano Candi…per Candida. Vengo delle Filippine e vivo qui a Firenze da più di trent’anni. Sono sposata con Leonardo che viene dalla Puglia ma ci siamo conosciuti qui. Stavo studiando a Salisburgo e mia sorella studiava restauro a Firenze. Dopo gli studi ho deciso di provare a vivere in un altra città. Firenze era più divertente di Salisburgo o Vienna così sono venuta qui e sono rimasta. Sono una maestra d’inglese e lavoro nelle scuole d’infanzia. Anche se ormai sono residente a Firenze, mi mancano tanto le Filippine. Vorrei far conoscere il mio paese e spiegare le somiglianze, che sono molte, e le differenze che non sono molte.

Victoria

Victoria

Sono nata in Moldavia nel periodo in quale il paese faceva parte dell’Unione Sovietica, in una famiglia bilingue.

Ho conseguito una laurea in lingue e letterature straniere. Ho lavorato nel settore sociale per diverse comunità del mio paese. Amo viaggiare e imparare chi siamo veramente attraverso l’incontro con la natura e le persone.  Ho vissuto a lungo in Danimarca e negli Stati Uniti.

Sono a Torino dal 2015 e lavoro come mediatrice interculturale. Nel tempo libero mi piace passeggiare per la città di Torino e scoprire il suo fascino. Sono in particolare attratta da Porta Palazzo, un posto dove si respira il multiculturalismo. Non sono mai stata attratta dalle solite mete turistiche. Ho sempre cercato di guardare oltre.  Mi piace scoprire le diverse culture tramite gli abitanti del posto. Ogni prodotto, ogni volto ti racconta una storia. È importante viaggiare per conoscere nuove culture, e per capire il mondo. A volte, invece, basta guardarsi intorno. Sicuramente incontrerai persone e storie che ti porteranno lontano.

Jakline

Jakline

 

Ciao. Mi chiamo Jackline Wairimu. Sono nata e cresciuta in Kenya. Venni in Italia nel 1994 e rimasi perché mi piaceva e mi piace ancora. Sono mamma e lavoro come commessa nel centro storico di Firenze. Faccio parte di Migrantour dall’inizio del progetto. Amo accompagnare le persone di diverse provenienze per la città perché c’è tanto da scoprire e tante persone di origini stranieri che chiamano Firenze casa. Ho imparato e continuo ad imparare tanto. Migrantour è un progetto che arricchisce.

Iuliana

Iuliana

 

Mi chiamo Iuliana Lozinschi e sono nata in Moldavia, uno stato piccolo e molto giovane del Sud Est ‘Europa. Quando avevo 14 anni sono andata a studiare in Romania e più tardi quando ne avevo 28 sono arrivata in Italia e vivo a Firenze da più di 18 anni. Come lavoro faccio la guida turistica. Incontro e parlo con persone di molte culture diverse tutti i giorni e tutte le volte mi meraviglia ed emoziona come ci arricchisce ogni nuovo incontro. L’ultima volta ho imparato come si fa il gesto del “sì” in indiano e ci siamo divertite molto.

Per questo amo Migrantour: perché è una famiglia, perché fa incontrare persone e perché possiamo raccontare il nostro paese e da dove veniamo.

Marta

Marta

Sono nata in Sudamerica, per la precisione in Argentina. In una cittadina della Pampa Marittima chiamata Punta Alta. Venuta in Italia adolescente, sono vissuta dapprima in Sicilia sullo Stretto di Messina per 15 anni, poi migrata per lavoro in Abruzzo e rimasta per 15 anni diventando nel frattempo mamma ed infine approdata per lavoro e amore in Sardegna a Cagliari dove ormai già da 10 anni percorro questo territorio (una terra così antica) che mi rende felice ed entusiasta! Con ciò ho avuto anche il piacere immenso di fare amicizia con una ragazza splendida che ha concretizzato uno dei miei sogni: far parte di Migrantour. Un magnifico progetto che mi consente di attraversare i vicoli di questa magnifica città e raccontare ad altri testimonianze di vita vissuta e curiosità. Nel mio itinerario la tappa principale è il quartiere di Marina, rione ricco di storie dove diverse culture si incontrano nel quotidiano contribuendo a caratterizzare e plasmare il territorio e le genti di Karalis. Che meraviglia… GRAZIE!!

Ivone Maria

Ivone Maria

Mi chiamo Ivone, sono portoghese e vivo in Sardegna dal 2003. Svolgo il ruolo di accompagnatrice a Cagliari. Partecipo sempre a Migrantour con enorme gioia, ogni volta che accompagno un gruppo sento di essere me stessa. Ho scelto di partecipare al progetto perché ho sempre amato il turismo e le varie sfumature interculturali e credo che i ponti tra le nostre culture siano la cosa più bella. Ogni volta vedo cambiare lo sguardo dei partecipanti, mentre parlo, e questo per me vale oro. Amo chiaramente il ristorante Namastè, tappa da me suggerita. Nonché il profondo significato del (ora chiuso) bar Il Sicomoro e del Baobab. Nella nostra passeggiata parliamo del significato delle nostre bandiere,  piatti tipici e simboli tradizionali che fanno il ponte con simboli sardi. Parliamo del Baobab, dei navigatori, della casa campidanese (anche marocchina). Nonché della grande importanza del sughero e della filigrana.

Adriana

Adriana

Ho iniziato il mio percorso con Migrantour nel 2009 quando era ancora Torino Migranda. La sua evoluzione è stata anche la mia, mentre Migrantour diventava una rete europea, questa giovane italo-colombiana cresciuta a Torino cominciava il suo percorso nella cooperazione internazionale, lavorando in diversi paesi e contesti fino a diventare coordinatrice locale di Migrantour a Genova nell’ambito di progetti finanziati dal fondo AMIF dell’UE e dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Ho sempre considerato che fare parte del progetto sia una responsabilità e un privilegio: durante la passeggiata diventi la voce di tante persone la cui storia di migrazione va raccontata con rispetto e attenzione, ma impari anche ad auto-rappresentarti agli altri con fierezza e sicurezza. Oggi sono candidata ad un dottorato in Politiche Sociali e Relazioni Internazionali presso l’Istituto di ricerca IGOP dell’UAB di Barcellona e rimango, ovviamente, accompagnatrice interculturale di Torino.

Pierre

Pierre

Sono Pierre Preira, vengo dal Senegal e vivo in Italia da 23 anni. Ci sono venuto per studiare e mi sono laureato in Economia Turistica. Sono amministratore di una società di servizi per cittadini stranieri e accompagnatore interculturale Migrantour a Napoli. Con i miei racconti metto in risalto le tante cose belle che noi senegalesi abbiamo in comune coi napoletani. Gli itinerari che amo di più sono:

I Volti dello Scambio, sulla schiavitù di ieri e di oggi, accoglienza, solidarietà e inclusione.

Mille Mondi alla Stazione dove si incontrano collaborazioni tra diverse comunità, dove la gastronomia senegalese incontra la pakistana e la pasticceria napoletana abbraccia quella nord africana. Nel Ventre di Napoli che ricorda che il Cristianesimo è frutto dell’immigrazione. Emblematica è la venerata Madonna del Carmine che è nera e molto peculiare è la Moschea, ricavata da un ex convento.

Charuni

Charuni

Mi chiamo Charuni. Provengo da una bellissima città chiamata Kandy, la seconda città più importante dello Sri lanka. Ma sono cresciuta a Napoli fin da piccola. Svolgo il ruolo di accompagnatrice interculturale Migrantour nella città di Napoli. Ho scelto di partecipare a questo progetto perché mi piace far conoscere Napoli agli altri dal mio punto di vista, per come la vedo, la vivo e la amo sperando di far cadere i pregiudizi che si hanno su questa bellissima città. Napoli è una città multiculturale e vi abitano persone cordiali e aperte!

Abbiamo diversi itinerari tutti molto belli ma il mio preferito è quello che gira intorno a Piazza mercato dove troviamo la chiesa di Santa Maria del Carmine e Porta Nolana. La chiesa è dedicata alla madonna di carnagione bruna portata qui a Napoli da un gruppo di monaci in fuga dalla Palestina. È particolare ed è molto amata dai napoletani. Mentre Porta Nolana perché vi è il mercato del pesce che mi ricorda i mercati che si vedono in Sri lanka ma anche perché Porta Nolana è una delle quattro porte più importanti della città costruite per difenderla, infatti le due torri laterali alla porta sono chiamate fede e speranza.

Monica

Monica

 

È molto stimolante passeggiare per la città di Genova insieme a delle persone interessate a conoscere alcuni aspetti che la caratterizzano. Ogni volta, il percorso mi svela un segreto che forse era lì anche l’ultima volta che sono passata ma non l’ho notato. Per me questo progetto è stata l’occasione di conoscere meglio la città dove vivo, di incontrare vecchi e nuovi genovesi, di imparare concetti e argomenti specifici e di scoprire paesi lontani o vicini anche attraverso lo sguardo di persone che li portano nel cuore. A volte è difficile affrontare le nuove sfide ma con coraggio, passione e responsabilità si supera tutto e ci si arricchisce ogni volta: di emozioni, di saperi, di speranza e forza di andare avanti. Mi basta capire che almeno una persona del gruppo riceve con empatia la mia e altrui storia per sentirmi utile alla comunità e per rigenerare la mia fiducia nel futuro.

Mayela

Mayela

 

Sono nata nelle Ande del Venezuela e ho vissuto a Doha, Sana’a, Tunisi e Algeri. Parlo inglese, francese, italiano e spagnolo. Dal 2015 formo parte di Migrantour Genova. Ho scelto di partecipare al progetto, perché fa riflettere sulla convivenza pluriculturale coinvolgendo diversi attori; ed è molto interessante poter stimolare i partecipanti delle passeggiate a valutare in un modo diverso le comunità straniere presenti nel territorio. Durante il percorso parlo dell’attualità delle migrazioni, di stereotipi e pregiudizi, della percezione dei nuovi cittadini, dell’importanza di mantenere la lingua madre nelle seconde generazioni e, inoltre, faccio conoscere storie, prodotti e ricette della cucina etnica. L’itinerario di Genova che mi piace di più è quello del Sestiere di Prè per le tappe presso la Stazione Marittima –da dove nel passato sono partiti milioni di italiani–, la Commenda, via Prè, piazza dei Truogoli di Santa Brigida, via del Campo e Piazza Don Gallo.

Eneida

Eneida

Venezuelana di origine e dal 1981 italiana d’adozione per amore di un genovese! Genova mi ha accolto molto bene. È entrata poco a poco nel mio cuore ed ho imparato ad apprezzarla tanto da sentirmi a casa. Ho vissuto nel mentre per 16 anni a Parigi dove mi sono avvicinata al tema dell’integrazione multiculturale. È entusiasmante, dopo il mio ritorno, l’opportunità di far parte delle guide interculturali, che mi permette far conoscere le nostre culture e le nostre tradizioni come importante risorsa. L’inizio in piazza Fanti di Italia mi piace perché mi consente di presentare la città sotto punti di vista non così evidenti, il suo legame con l’emigrazione degli italiani, la verticalità della città, la vicinanza tra stazione ferroviaria e marittima. Via Pré, a cominciare dalla Commenda oggi museo dell’Emigrazione, spicca per la varietà delle diverse culture presenti, che danno lo spunto per valorizzare aspetti di multiculturalità.

Monica

Monica

 

Sono arrivata a Torino, dalla Romania, nel lontano 2002. Ho avuto la possibilità di fare il servizio civile presso il comune di Torino, sezione Integrazione. Grazie a questo periodo di volontariato ho realizzato quanto è importante la conoscenza reciproca, capiamo meglio il modo di vivere del nostro prossimo se ne conosciamo le abitudini, le usanze, le radici. Partecipando nel 2009 alla prima sessione di formazione degli accompagnatori interculturali mi sono resa conto che avrei potuto avere un ruolo attivo nella mediazione interculturale, nel far scoprire quanto sono belle ed interessanti le culture di provenienza di noi immigrati. Se dovessi scegliere un itinerario Migrantour Torino preferito mi risulterebbe molto difficile, in quanto sono affezionata a tutti quanti e tutti sono molto diversi tra loro, ognuno con le proprie caratteristiche: Porta Palazzo la cucina di  Torino con profumi e alimenti provenienti da ogni angolo della Terra, San Salvario il luogo di culto per eccellenza della nostra città, dove convivono le 3 grandi religioni monoteiste e non solo, Mirafiori Sud, il dormitorio urbano pieno di storie di migrazione italiana e straniera, Welcome tour, nel salotto della città i nuovi arrivati possono conoscere meglio la città di Torino.

Fulvia

Fulvia

Sono nata e cresciuta a Roma, sono laureata in Mediazione linguistica e interculturale all’Università di Roma La Sapienza. Ho studiato inglese e tedesco e ho vissuto un anno in Germania.

Lavoro con Migrantour dal 2021, conduco le passeggiate interculturali a Roma, nel quartiere Esquilino. Durante le mie passeggiate mi focalizzo in particolar modo sulla stratificazione storica e culturale del quartiere e sulle sue diverse anime. Mi soffermo anche sul ruolo del cibo, a partire dal Mercato Esquilino, cuore pulsante della vita del quartiere e sempre più apprezzato anche da persone provenienti da altre zone della città. Quello che mi ha colpito di Migrantour è l’idea di un turismo sostenibile e inclusivo, incentrato sulla migrazione come fattore di arricchimento e trasformazione, una connessione urbana e interculturale che permette di riscoprire la città da un punto di vista diverso e multiculturale.

Tasaffa

Tasaffa

Mi chiamo Tasaffa Akramul (Madhobi, secondo nome che però non risulta sui documenti, in quanto in Bangladesh è usanza avere due nome di cui uno non viene menzionato sui documenti.). Sono in Italia dal 1993. Avevo un anno e mezzo quando raggiunsi papà grazie al ricongiungimento familiare assieme a mamma. Ho finito i miei studi a Roma ed attualmente sono segretaria per una società di money transfer.

Oltre al lavoro da segretaria sono una delle prime accompagnatrici interculturali che ha incominciato il percorso interculturale romano con Migrantour nel 2011. Il progetto ha destato il mio interesse perché ho pensato che così potevo raccontare le  tradizioni bangladesi. Mi affascina molto vedere i visi sorpresi dei partecipanti quando racconto quanto dura il rito matrimoniale in Bangladesh.

Svolgo le passeggiate in lingua italiana ed inglese nei quartieri di Torpignattara ed, a volte, anche quella nel quartiere dell’Equilino.

Blerta

Blerta

Ciao, mi chiamo Blerta sono Albanese. Per motivi di studio sono venuta a Bologna 17 anni fa, terminato gli studi ho deciso di costruire la mia vita qui perché mi trovo bene. A Bologna mi sento a casa per me non c’è grande differenza con Tirana. È una città a passo d’uomo, antica e contemporanea, dove ogni giorno posso scoprire qualcosa di nuovo: arte, cultura, cibo ma soprattutto incontrare persone da ogni parte del mondo.

Essere un’accompagnatrice Migrantour per me significa veder costruire un ponte fra culture alla scoperta delle bellezze della città da un punto di vista multiculturale.

Filomena

Filomena

Ciao, mi chiamo Filomena, sono nata in un piccolo paesino della Basilicata dove tutti conoscono tutti. Ho studiato lettere prima al sud poi in Francia per poi approdare all’antropologia culturale.

Oggi lavoro come educatrice con adolescenti in contesti periferici. Collaboro con diverse associazioni di volontariato che si occupano delle migrazioni, dell’accesso alla salute e di educazione. Per me l’intercultura è un impegno civico che ci coinvolge tutti!

Fatema

Fatema

Mi chiamo Fatema Aktar, ho origini bengalesi e sono in Italia da quando ho 3 anni. Sono laureata in Scienze della Comunicazione pubblica e sociale ed attualmente sono responsabile comunicazione di Next Generation Italy. Abito a Bologna, città di cui sono perdutamente innamorata, ed è proprio qui che faccio l’accompagnatrice interculturale. Penso che una città come Bologna, ricca di storia ma anche di cambiamenti, sia uno degli aspetti per cui ho scelto di far parte di questo progetto. Cambiare la narrazione, decostruirla e dare immagine, parole e volto alla città è ciò che preferisco del Migrantour. I luoghi della città che racconto sono luoghi che hanno a che fare con le mie esperienze passate e presenti di nuova generazione italiana e danno voce ad una riflessione ampia del cambiamento sociale italiano. Luoghi come le scuole, il comune, il mercato rionale sono tappe che permettono di costruire un dialogo costruttivo e formativo con il pubblico di chi viene a fare il Migrantour.

Suraya

Suraya

Ho sempre amato ascoltare le storie delle persone; ogni storia è un puzzle che ci unisce. Questa volta ho deciso io di raccontarmi attraverso il Migrantour. Mi chiamo Suraya e sono originaria del Bangladesh. Vivo in Italia dall’età dei quattro anni e ho trovato, finalmente, una città dove mi sento coccolata come se fossi a casa: la mia amata Bologna. Ho vissuto una parte della mia infanzia in Abruzzo e l’adolescenza a Verona. Queste tappe sono state fondamentali nella mia vita; hanno costruito la base della persona che sono e hanno saputo trasformare il mio Migrantour in esperienze sempre diverse ma con l’obiettivo di avvicinare le persone al luogo e alla mia storia. La tappa che sento maggiormente mia è quella della scuola. Ho sempre creduto che l’istruzione sia stata la mia ancora di salvezza e la scuola il mio porto sicuro. Ho sempre creduto nel valore della relazione e del racconto; e grazie al progetto del Migrantour, stiamo assistendo un piccolo e grande cambiamento. Sono laureata all’università di Bologna e sono socia di Next Generation Italy.

Ines

Ines

Nata e cresciuta in Italia con origini marocchine, nel 2015 mi sono trasferita a Bologna per iniziare il corso di Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Bologna. Nel frattempo ho avuto diverse esperienze lavorative tra le quali insegnante privata e interprete. Col tempo mi sono avvicinata al mondo dell’associazionismo e ho scoperto Next Generation Italy, una realtà vicina a tematiche importanti per me. Grazie sempre a Next Generation Italy mi iscrivo al progetto Migrantour per diventare Accompagnatrice interculturale nella città di Bologna e imparare il processo di decostruzione di luoghi e storia.

Il Migrantour mi ha dato gli strumenti sia in senso professionale che personale per informarmi, condividere la storia e i luoghi in altre prospettive, le mie conoscenze ed esperienze, oltre ad ascoltare le storie, le domande e curiosità dei partecipanti. Il tour della Bolognina è il mio preferito siccome è lo specchio del rapido cambiamento che sta attraversando Bologna.

Siid

Siid

Sono Siid e vengo dall’Eritrea. Sono un educatore in vari ambiti, sposato con due figli. Credo in una società meticcia in tutte le sue sfaccettature e sono fondatore dell’Associazione “Next Generation Italy” per l’inclusione sociale delle nuove generazioni. In ambito lavorativo coordino l’ “Educativa di Strada del Centro storico di Bologna.

Da tanto tempo, apprezzo Bologna che è diventata un terreno di crocevia. La società interculturale è una forma colorata del mondo, questo, voglio trasmettere durante le camminate e accompagnare i cittadini-viaggiatori lentamente nelle bellezze nascoste della città che si sta trasformando.

Ali

Ali

Mi chiamo Ali, sono nato a Lahore, in Pakistan, e sono arrivato in Italia all’età di 5 anni.

Mi sono laureato in Relazioni internazionali presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università di Bologna e oggi lavoro come consulente culturale per diverse realtà, sia pubbliche che private, occupandomi di mediazione culturale, nuove generazioni e politiche di inclusione sociale. Faccio parte di diverse realtà associative, sia locali che nazionali.

Il mio motto è: “Ben fatto è sempre meglio di ben detto!”.

Mihaela

Mihaela

Mi chiamo Mihaela e sono romena. Vivo a Torino dal 2003 quando sono arrivata in Italia per raggiungere i miei genitori. Attualmente lavoro come commessa, ma il mio desiderio è sempre stato quello di lavorare nel sociale che considero un mondo ricco di umanità, emozioni, obiettivi da condividere con persone che affrontano ogni giorno sfide complicate. Mi sono laureata in Servizio Sociale e sono volontaria di un’associazione romena che opera nel settore socio assistenziale e si occupa di accogliere e sostenere le persone in difficoltà.

Grazie al progetto Migrantour ho scoperto la bellezza dei quartieri di Torino, ho conosciuto nuove culture, cibi, religioni e soprattutto ho incontrato delle persone splendide di tutto il mondo. Mi fa piacere trasmettere alle persone interessate le informazioni e le conoscenze acquisite e parlare del mio paese e delle mie radici.

Camelia

Camelia

Mi chiamo Camelia e sono rumena. Mi sono trasferita a Torino nel 2007, subito dopo aver finito l’Università di Sociologia e Psicologia. Oltre alla famiglia di mio marito, non avevo nessuno dei miei qui! Per me l’italia era un sogno, e di Torino non sapevo un gran che! Ma una volta arrivata qui mi sono subito sentita a casa, ho incontrato un sacco di belle persone. Gran  parte di loro sono diventati amici, altri invece sono come la mia famiglia che ho lasciato in Romania. Torino mi ha conquistato subito con la sua bellezza, i suoi colori, i portici e i bellissimi parchi. Adoro passeggiare per le vie del centro, e non solo. Adoro andare nei mercati, incontrare gente di paesi e culture diverse e scoprire le loro storie. Quando sono entrata a far parte di Migrantour, tutto questo diventò ancora piu facile e piacevole. Durante le passeggiate ho scoperto nuove culture, tante ricette e cibi mai visti prima. Adesso ormai quando dico casa, penso a Torino, non piu a casa mia che ho lasciato in Romania.

 

 

Hassan

Hassan

Mi chiamo Hassan e sono nato a Damasco in Siria. Nel mio paese facevo la guida turistica. Nel 2014, a causa della guerra che ha devastato il mio paese, sono scappato verso l’Italia. È difficile parlare della propria esperienza di migrazione, specialmente se si tratta della cosiddetta “Migrazione Forzata”, non volontaria e non programmata. Dopo un anno dal mio arrivo sono riuscito a ricongiungermi con mia moglie e i miei figli ma a Torino ci chiamano “rifugiati”. Nessuno ti dà rifugio se non ti conosce bene, hanno paura di noi.  Ho conosciuto Migrantour e ho capito cos’è il turismo sostenibile e responsabile. Grazie a Migrantour ho conosciuto persone provenienti da ogni angolo del mondo e siamo diventati veri amici. Migrantour è confronto tra culture, insegna l’interazione con la società e la condivisione dei valori umani.

Lynda

Lynda

Ciao a tutti, mi chiamo Lynda e provengo da  3 paesi: gli Stati Uniti, la Colombia e il Venezuela. Sono cresciuta con l’inglese americano e lo spagnolo colombo-venezuelano. Sono arrivata in Toscana (Italia) quasi 13 anni fa, letteralmente per amore, insieme a mio marito e ai nostri due figli. Mentre mi abituavo al mio nuovo paese e imparavo l’italiano, abbiamo mantenuto le nostre lingue per cui a casa parliamo 3 lingue in continuazione. Cinque anni fa ci siamo trasferiti a Torino dove per fortuna posso continuare con le mie passioni: lo studio, la bicicletta e la diversità culturale. Al momento faccio un dottorato in psicologia dello sviluppo all’Università degli Studi di Torino, quando posso mi muovo in bicicletta, non solo in città, e mi godo la diversità culturale che mi circonda attraverso il meraviglioso progetto di Migrantour: un modo creativo per imparare e costruire ponti tra le varie culture attraverso i luoghi, la storia, i racconti e i sensi.

Anna

Anna

Mi chiamo Anna, sono russa e l’Italia è il mio amore a prima vista. Sono venuta qui per studiare le lingue e creare le mie nuove identità.

Ho scelto di diventare accompagnatrice interculturale di Migrantour per poter raccontarmi e sentire gli altri, per tenere vivi i legami con la mia terra ma allo stesso tempo sentirmi parte dell’Italia.

Svolgo le passeggiate a Torino a Porta Palazzo con i suoi sapori e colori, a San Salvario con la luce dorata delle icone e il fascino degli arabeschi islamici e a Barriera di Milano, con tanti ricordi personali. Barriera di Milano è stato il primo quartiere ad accogliermi: condividevo casa con una ragazza italo-mozambicana con la quale organizzavamo delle cene internazionali per i nostri amici italiani. La cena era un pretesto per raccontare la vita nel quartiere e adesso quando accompagno le persone in passeggiata svelo una chiesa cattolica in stile ecclettico, stimolo ad entrare all’hammam, a cercare i murales di Millo sparsi sui condomini e tante altre cose.

Diego

Diego

Sono Diego, ho 33 anni e risiedo a Milano da ben 15 anni; originario della città di Quito (Ecuador), conosco e parlo molto bene tre lingue: Inglese, Italiano e Spagnolo. Ed inoltre ho conoscenze basiche di Francese e Tedesco.

Faccio parte del progetto Migrantour per il percorso di Porta Venezia (Quartiere Lazzaretto) perché mi piace interagire con le persone ed anche conoscere ed insegnare cose nuove (tradizioni, usanze, ed altro) di tutto il mondo racchiuse in una grande metropoli come è la città meneghina.

Vanessa

Vanessa

Ciao a tutti, mi chiamo Vanessa.

Al momento lavoro a Milano e accompagno i gruppi nel quartiere di via Padova. Provengo dall’Ecuador e abito in Italia da due anni. Parlo lo spagnolo, la mia madrelingua, l’inglese che ho imparato a scuola e viaggiando, e l’italiano grazie a mio marito e all’università.

Lavorare con Migrantour mi permette di avvicinarmi ad altre culture e di conoscere più a fondo il fenomeno delle migrazioni in Italia. Nel progetto ho conosciuto grandi persone che mi hanno insegnato tanto, arricchendo la mia formazione professionale e personale.

La mia tappa favorita della passeggiata è il “Parco Trotter” perché ha tanta storia ed è un luogo di incontro per le persone migranti e i cittadini del quartiere. Altrettanto la stupenda via Padova che abbraccia le varietà di culture, persone, lingue e gastronomia trasmettendo una sensazione di curiosità e godimento.

Dayana

Dayana

Il 23 agosto del 2002, in una giornata afosa, raggiunsi finalmente mia mamma in quella che sarebbe stata la mia nuova casa. Il ricongiungimento non fu solo con mia madre ma anche con quelle radici antiche quasi dimenticate dei bisnonni italiani. Potrei dire di essere destinata ad essere immigrata; ho aperto gli occhi per la prima volta in Venezuela, mosso i miei primi passi a Lima ed imparato una nuova lingua in Italia.

Dopo tanti anni, qui ho deciso di sfruttare il mio background migratorio specializzandomi nella mediazione linguistica ed approfondendo la storia delle migrazioni. Partecipando a Migrantour ho potuto dare voce a quelle tante storie di vita raccolte durante i miei studi, a trasportare con l’immaginazione, l’olfatto, l’udito ed il gusto in luoghi lontani ma pur sempre vicini in una realtà come Milano; una città che parla in tante lingue e che è divenuta piano piano interculturale.

Uno spazio urbano, globale, spesso caotico, in cui si può leggere la storia delle migrazioni osservando soltanto un’insegna, semplice oggetto che può rivelare grandi storie e dinamiche sociali. Ciò di cui mi piace più parlare sono i miei amati micromondi. Un terzo spazio transnazionale, sospeso tra un “qui” e un “là”, in cui convergono varie geografie e storie di vita, che con piacere vi racconterò.

Emma

Emma

Dai primi passi di questo cammino, fino ad oggi, ho sempre visto e sentito Migrantour come un prezioso coacervo di valori e possibilità.

  1. Pluralità di culture condivise, all’insegna dello scambio e della condivisione.
  2. Cannocchiale rovesciato: vedere come vicino ciò che è lontano, lontano ciò che è vicino. Chi viene da lontano, può offrirci uno sguardo arricchente sulla città dove viviamo. E rivelarci in essa le “città invisibili”, ovvero quegli aspetti inediti della nostra città, che uno “straniero” conosce meglio di un residente. Così come chi viene da lontano, avvicina a noi il suo proprio paese per condividerlo.
  3. Polifonia di lingue, linguaggi e culture diverse. Per scoprire insieme agli altri che la diversità è un valore arricchente, e non un disvalore da contenere e risolvere.
  4. Libertà dagli schemi. Questo proficuo e variopinto crocevia e bazar, libera la mente da ogni schema preconcetto su noi e gli altri. Per scoprire e riscoprire la nostra umanità più autentica, al di là di ogni pregiudizio, cliché, preconcetto.
Olga

Olga

Ciao a tutti, mi chiamo Olga.

Al momento lavoro a Milano e in particolare accompagno i gruppi nel quartiere di Porta Venezia. Sono per metà polacca e per l’altra metà… romana. Ho vissuto alcuni anni all’estero dove ho imparato l’inglese e lo spagnolo ma soprattutto ad appassionarmi alle diverse culture, tradizioni e persone che vivono sul pianeta terra. Lavorare con Migrantour mi ha dato l’opportunità di viaggiare stando nella stessa città, ho appreso tantissime cose che cerco di trasmettere ai gruppi che accompagno in giro per questa vivissima metropoli sempre in cambiamento. La tappa che preferisco è quella della Chiesa Ortodossa di S. Nicola perché si trova nell’ultima parte rimasta intatta del grande Lazzaretto di Milano, quello descritto dal Manzoni nei Promessi Sposi. In questo luogo si può respirare la connessione tra passato e presente, passeggiare tra gli archi e ammirare le bellissime icone dorate.

Roxana

Roxana

Sono Roxana, accompagnatrice interculturale del progetto Migrantour delle città di Bergamo e di Milano. Provengo dalla Romania e più precisamente dalla città di Ploiesti. In Italia sono arrivata nel 2007, dopo aver sostenuto nel mio paese l’esame di maturità. Desideravo tanto studiare la lingua e la cultura cinese, così ho scelto di trasferirmi e di iscrivermi all’Università degli studi di Bergamo.

Nella città di Bergamo faccio l’accompagnatrice interculturale dell’itinerario “La diversità a pochi passi” e a Milano degli itinerari in via Padova e via Paolo Sarpi.

Quello che amo di più di questo progetto è il fatto di avere la possibilità di parlare della mia cultura e di conoscere altre bellissime culture.

Posso affermare con certezza che Migrantour ha arricchito il mio bagaglio culturale, professionale e come persona.

Carmen

Carmen

Ciao!

Mi chiamo Carmen. Provengo dell’Amazzonia Peruviana, dalla città di Iquitos, dove nasce il Rio dell’Amazzonia. La mia lingua madre è lo spagnolo. Abito a Bergamo da circa otto anni. Direi che l’amore mi ha portato da questa parte del mondo, la bella Italia. Lavoro come operatrice nel progetto SAI di Bergamo (Sistema di Accoglienza e Integrazione) e come accompagnatrice nel progetto Migrantour Bergamo.

Partecipo al progetto Migrantour perché credo in un turismo alternativo che possa essere raccontato dai diversi occhi e dalle diverse voci dei cittadini stranieri. Nel corso delle passeggiate c’è un posto in particolare che a me piace tanto: i negozi latinoamericani perché mi trasportano ai ricordi belli della mia famiglia in Perù. Penso soprattutto ai prodotti come la frutta: mango, granadilla, ecc.

Bienvenidos a Migrantour di Bergamo!

Jasmina

Jasmina

Sono nata a Mostar in Bosnia-Erzegovina dove ho vissuto 16 anni. Nel 1992, quando c’era la guerra in Bosnia, mi sono trasferita a Mosca, in Russia, dove ho vissuto 10 anni. L’amore mi ha portata a Bergamo, dove vivo da più di 20 anni. Sono ingegnere elettrotecnico e adoro essere accompagnatrice multiculturale.

Durante la passeggiata che conduco scopriremo chi fosse S. Alessandro, racconterò delle mie tradizioni familiari, parleremo dei flussi migratori di Bergamo e avremo la possibilità di visitare insieme una bottega piena di cornici e tessuti dalla Birmania (ebbene sì!) e scopriremo cosa lega questi due mondi, proprio come dice il nome della passeggiata “Diversi ma uniti”. Mi affascina molto la Chiesa S. Lazzaro con le mistiche icone che hanno portato le persone dall’America Latina frequentanti la chiesa.

Mi piacciono i ponti, la loro architettura e il significato, e credo che le passeggiate interculturali Migrantour siano un ponte tra le varie culture, tra il nostro passato e il futuro, un ponte che unisce le persone.

Souad

Souad

Mi chiamo Souad! Sono di origini marocchine e vengo da una bellissima città chiamata Rabat, la capitale del Marocco.

Nel mio paese ho fatto la scuola elementare fino alla terza classe. Sono fiera di esser nata in Marocco perché lì ho imparato la mia lingua madre, l’arabo e il francese, la seconda lingua usata. Ho imparato il senso di stare in una famiglia unita, a non dimenticare le mie tradizioni e la mia cultura.

Sono arrivata in Italia più di 20 anni fa, ho fatto le scuole superiori e ora sono pasticciera! Adoro cucinare pietanze tradizionali e usare spezie che vengono dal mio paese, così quando le persone assaggiano i miei piatti possono viaggiare verso l’Oriente e il Marocco anche attraverso un assaggio ad occhi chiusi.

Khadija

Khadija

Mi chiamo Khadija e studio lingue moderne per la comunicazione internazionale all’università di Bergamo: le lingue straniere – specialmente l’inglese, lo spagnolo e il tedesco – sono da sempre la mia più grande passione! Sono nata e cresciuta a Bergamo ma ho origini marocchine. Nel mio tempo libero mi dedico alla lettura, al canto e alla pittura. Amo aiutare il prossimo e contribuire, nel mio piccolo, al benessere della società ed è proprio per questo motivo che sono anche mediatrice interculturale e volontaria della Croce Rossa Italiana. Sono sempre stata a metà tra due mondi, troppo italiana per certi versi e troppo marocchina per altri, ed è mentre cercavo di capire chi sono che mi sono avvicinata alle culture degli altri popoli. Sono convinta che nessuno è solo italiano o marocchino: siamo come dei mosaici, fatti di tanti pezzettini nostri, originali, e altri comuni, che sia per i modi di dire, di mangiare, di vestire o di ballare. Migrantour fa toccare con mano la diversità, abbatte i muri della non conoscenza e avvicina le persone.

Thiama

Thiama

Mi chiamo Thiama, sono nata a Bergamo ma ho origini senegalesi. Sono molto legata alle mie origini. Il Senegal è un paese che mi insegna sempre tanto perciò ho sempre questa voglia di tornarci spesso. Fortunatamente i miei genitori mi hanno insegnato a parlare anche il wolof, che è una delle 26 lingue ufficiali del Senegal. Oltre al wolof e all’italiano che sono le mie lingue materne, parlo fluentemente anche il francese, l’inglese, lo spagnolo e il portoghese. Negli anni ho avuto l’opportunità di vivere e viaggiare in diversi paesi del mondo e dopo cinque anni all’estero quando sono ritornata a Bergamo, mi sono resa conto che non conoscevo molto la mia città natale. Ero curiosa di scoprire il mondo, ma in realtà conoscevo poco Bergamo. Grazie al percorso con Migrantour non ho mai smesso di viaggiare, ho incontrato nuovi mondi, nuove culture, ho fatto nuove amicizie e scoperto nuovi luoghi dove potermi sentire a casa e essere me stessa. Spero di incontrarvi presto e viaggiare insieme.

Ksenia

Ksenia

Mi chiamo Ksenia Tyukova e provengo da Murmansk, una città russa situata a nord del Circolo Polare Artico. Dopo essermi laureata come attrice presso l’Accademia d’Arte Drammatica di San Pietroburgo, ho conseguito a Mosca un master per conduttori radiotelevisivi presso l’Istituto Ostankino. Dal 2012 abito a Bergamo, dove insegno la mia lingua madre tramite la musica e il teatro in una scuola gestita dall’Associazione culturale Nash Mir. Lavoro, inoltre, come mediatrice linguistica e culturale per la Cooperativa Impresa Sociale Ruah. Dal 2021 sono accompagnatrice interculturale per il progetto Migrantour Bergamo, a cui ho scelto di partecipare perché considero l’Italia la mia seconda casa e mi piace condividere il mio vissuto di giovane donna migrante.

Vanesa

Vanesa

Io sono Vanesa, di Città del Messico, e la mia lingua madre è lo spagnolo. Femminista, madre, moglie, psicologa di formazione, fotografa per passione, scrittrice per elaborazione, mediatrice per reinvenzione e accompagnatrice interculturale per amore. La mia cultura è la mia carta di presentazione e vivo l’esperienza di essere accompagnatrice Migrantour nella città di Bergamo, dove ho l’opportunità di raccontare le storie dei luoghi che passano inosservati agli occhi delle persone nella vita quotidiana (come quando si migra e si sta in silenzio ad ascoltare quello che ha da dire il nuovo territorio di accoglienza).

La passeggiata “Il viaggio di Ulisse” fa parte della mia scoperta e rinascita come persona migrante in Italia, del mio mondo famigliare e di lavoro. Provo a interpretare per gli altri quello che vedo attraverso i miei occhiali: la spiritualità, il cibo, la cultura e il ritrovo della dignità. Spero di riuscire a trasmettervi l’energia che percepisco in ognuna delle tappe di questo stupendo viaggio.

Priscilla

Priscilla

Sono Priscilla, ho 23 anni e collaboro con migrantour da 3 anni svolgendo l’itinerario “Nel ventre di Napoli”. Sono nata a Palermo, da mamma brasiliana e papa ghanese. Vivo a Napoli dove sono cresciuta, studio e tra pochissimo diventerò laureanda in biotecnologie.

Ho scelto di partecipare al progetto perché mi è sembrato un bel modo per esprimere la mia cultura e dare voce a tutte le comunità che vivono in questa città, poiché spesso non vengono riconosciute ed ascoltate. Nel corso delle passeggiate mi piace sempre narrare le storie di Napoli aggiungendo anche le mie storie personali e i racconti di mia mamma, sono cresciuta in questa città e per sentirla ancora più mia, Migrantour Napoli è un modo in cui cerco sempre di trasmettere me stessa nel itinerario che svolgo.

 

Fatima

Fatima

Mi chiamo Fatima Zahra e sono originaria del Marocco anche se considero l’Italia la mia terra. Fino ad un anno fa facevo l’impiegata…e ora mi trovo a fare la mamma a tempo pieno di due splendidi bambini. Non ho hobby particolari anche perché durante la giornata ho veramente poco tempo libero, la mia passione sono i miei figli!

Fabrice William

Fabrice William

Mi chiamo Fabrice William Wache, sono nato nel 1990 in Camerun. Mi destreggio tra moltissimi lavori: imbianchino, giardinaggio, magazziniere… ma la mia vera vocazione è l’arte: mi definisco un artista poliedrico: scultore, teatrante, animatore, cantante percussionista, poeta e un collaboratore sociale del mondo per contribuire, nel mio piccolo, per creare un futuro migliore per la nostra epoca. Essendo legato molto alla cultura e allo stile tradizionale, vedo nell’arte “la mia ragione di vita”.

Victoria

Victoria

Mi definisco transfemminista intersezionale. Lavoro in un ufficio pubblico dove mi occupo di Richiedenti Asilo e diritti civili.
Sono volontaria in varie associazioni del terzo settore che si occupano di diritti e pari opportunità. Credo fermamente che la lotta contro le diseguaglianze riguardi tutti.
Ho un blog chiamato Oltre nel quale parlo di femminismo, politiche di genere e immigrazione. La mia passeggiata Migrantour si contraddistingue per essere alla scoperta dei femminismi africani nell’intreccio fra discriminazioni di razza, genere e classe.

Rosette

Rosette

Mi chiamo Rosette ma sono abituata ad essere chiamato Rosetta da quando sono in Italia. Sono nata e cresciuta in Uganda da genitori Rwandesi e vivo in Italia da 13 anni. Sono mamma di due bambini che mangiano i cappelletti in brodo come tutti i parmigiani e attraverso i miei figli ho iniziato a scoprire e vivere i parchi dove loro giocano, ad apprezzare il cibo tipico e altre realtà sociale e culturali di Parma. La mia più grande passione è lavorare nell’educazione sociale utilizzando approcci partecipativi. Questo mi ha portato a lavorare per 15 anni su diverse tematiche e contesti in Uganda, Rwanda, Kenya, Sudafrica, Irlanda e Italia. Amo viaggiare per scoprire il mondo, nuove culture, cibo e ricette.
Migrantour è il mio viaggio alla scoperta di persone, culture e luoghi e lingue……

Mirko

Mirko

Mi chiamo Mirko Manset, ho 22 anni e studio Ingegneria Informatica.
Sulla carta sono italiano ma in realtà sono anche qualcosina di più: infatti sono nato e cresciuto a Parma e ormai la sento come la “mia città” (r moscia compresa) ma i miei genitori sono di origine filippina ed è rimasto comunque tanto di questa cultura molto lontana e anche molto diversa, soprattutto perché è quella che respiro tutti i giorni a casa.
L’intercultura è un tema che mi affascina tantissimo e sono convinto che sia anche un valore di cui si abbia bisogno: vivere, raccontare e ascoltare esperienze diverse e nuove rispetto a quelle a cui siamo abituati non può che arricchirci e darci nuove prospettive per vedere il mondo.

Daria

Daria

Sono Daria. Sempre, ovunque e in tutte le lingue del mondo. In polacco, in italiano, in russo. Nelle mie lingue, lingua madre, lingue di cuore, lingue di vita. Il mio nome non cambia. Sono sempre Daria. In Polonia, dove sono nata, cresciuta e diventata grande convinta del futuro legato alla lingua di Pushkin. Sono Daria anche in Italia, in Emilia-Romagna, a Parma, dove ho trovato casa, dove sono rinata e cresciuta interiormente. Niente più Pushkin, anzi niente più alfabeto. In cambio sono arrivati i numeri, cifre, le tasse, insomma la giungla del sistema fiscale italiano. Dalla 8.00 alle 17.00. Ma subito dopo un altro mondo: letteratura, libri, pasticceria e moda. Le mie passioni. E Migrantour ovviamente.

Mimount

Mimount

Ciao, mi chiamo Mimount Kallouk! Sono d’origine berbera del Marocco, nata in Belgio e vivo a Parma da più di 20 anni. Ho 2 figlie nate a Parma, lavoro all’ospedale di Parma come infermiera. Mi piace fare tante cose: cucinare, cucire, dare nuova vita ai mobili, giardinaggio, fare il mio orto e camminare in mezzo alla natura e meditare su essa. Leggere, studiare…tante cose che una giornata di 24 ore non mi basta, sono sempre in movimento sia fisicamente che mentalmente. Evolvere per essere una persona migliore ogni giorno.

Sokhna Mariama

Sokhna Mariama

Mi chiamo Sokhna Mariama Diakhaté, sono nata a Dakar in Senegal, vivo a Parma dal 2009 e mi considero cittadina del mondo, visto il mio desiderio insaziabile di conoscerlo. Amo dipingere, leggere, scrivere e illustrare le mie storie. Sono appassionata di arte, teatro, musica, danza, fotografia e gastronomia. Il mio motto è: “L’amore, la cura e la perseveranza portano a risultati di qualità!”. Dal 2010 faccio parte di diverse realtà associative presenti nel territorio. Il mio primo libro è stato “Natura” (2015) seguito da “Il Senso della Vita” (2018), entrambi in riedizione. Il mio nome d’artista è ALIEN. Mi piace sperimentare, la mia prima fase di pittura si chiama “NatureArt” in cui ogni quadro è accompagnata da una poesia.
Ho scelto di partecipare a Migrantour perché mi avvicina alle mie origini, aiuta a scoprire la bellezza delle altre culture e contrastare il razzismo. È una bella risposta alle difficoltà odierne.
I miei posti preferiti della città sono il parco Ducale e la Pilota perché sono luoghi verdi e ricchi di storie, mi sono ambientata presto e li ho vissuti senza filtri attraverso alcune esperienze teatrali con temi importanti. Nella passeggiata parlo della Natura, del progetto della Grande Muraglia Verde, i giardini circolari in Senegal, parlo della figura di Cheikh Ahmadou Bamba fondatore del mouridismo, un grande facilitatore interculturale nel periodo coloniale, primo promotore del movimento della nonviolenza, parlo del caffè Touba del Senegal, l’importanza del lavoro, l’arte nell’islam, la storia dei tessuti tradizionali africani, la differenza tra Rasta e Dreadlocks…

Olivia

Olivia

Nata a Città del Messico, sono amante dei libri, della natura, della musica, dei viaggi e del buon cibo. Creatrice incallita, adoratrice dei colori, appassionata di piante e illustrazione. In Messico ho studiato Produzione radiotelevisiva, per alcuni anni ho avuto la fortuna di dedicarmi a quello che era il mio sogno fin da piccola: lavorare in radio. Ero molto felice di essere lì, dietro le quinte, dove nasce la magia. In Italia ho dovuto reinventarmi più di una volta, dando libero sfogo alle altre “me”: artigiana, insegnante di spagnolo, mediatrice interculturale e promotrice della cultura messicana.
Da qualche anno la scrittura è diventata la mia nuova dimora. Il mio racconto su uno dei pilastri della cucina messicana è presente nell’antologia Lingua Madre Duemilaventi – Racconti di donne straniere in Italia. Le mie parole fanno parte anche dell’antologia Distopia feminista, della collettiva Multiversas Creadoras Independientes (Messico).

Jomahe

Jomahe

Sono nata e cresciuta a Guayaquil in Ecuador. Appena arrivata in Italia ho subito pensato a tutto quello che abbandonavo del mio paese e che di sicuro non pensavo di trovare in Italia. Con il passare del tempo, e anche grazie alle esperienze fatte con le passeggiate di Migrantour Napoli, ho capito che il riavvicinarmi alle mie terre era possibile anche stando qui. Che un pezzo di quel che avevo lasciato, vive anche a Napoli e in Italia. Ho trovato molti punti in comune con il mio paese. Dal punto di vista religioso, ad esempio, una delle tappe di Migrantour Napoli è la Piazza del Carmine, sfondo di una delle basiliche più belle e maestose di Napoli: la Basilica santuario di Santa Maria del Carmine. Il popolo napoletano è solito usare l’esclamazione “Mamma d’o Carmene” proprio per indicare lo stretto legame con la Madonna della Chiesa, un’esclamazione che, nonostante gli anni, non riesco ancora a pronunciare bene. E proprio alla visione di questa Chiesa e al suono del suo nome che, ogni volta, mi tornano in mente le danze in costume che accompagnano la  Virgin del Carmen o Mamacha Carmen, la nostra adorata vergine, durante la processione per le piazze principali e le strade della città.

Semhar

Semhar

Mi chiamo Semhar e vengo da Asmara, Eritrea. Sono arrivata a Bologna per motivi di studio, più di venti anni fa e non me ne sono più andata via. Attualmente lavoro come educatrice con adolescenti e come mediatrice interculturale in vari ambiti.

Ho sempre sentito un legame molto forte con questa città, d’altronde l’ho sentita subito mia quando sono arrivata. La trovo una città molto affascinante, ricca di storia e cultura, ma anche in continua trasformazione.  Le passeggiate Migrantour mi permettono di scoprire, ascoltare e raccontare la mia città e i cambiamenti che vive, da diversi punti di vista e condividere la bellezza che deriva dall’interculturalità.

Amancay

Amancay

Mi chiamo Amancay Casas, sono argentina, nata in Patagonia. Le prime ondate migratorie dall’America latina verso l’Europa che si sono succedute negli anni dovute a politiche dittatoriali e crisi economiche mi vedono arrivare a metà degli anni 70.
Sono geologa, ma ho abbandonato la professione per dedicarmi alla mediazione interculturale. Sono stata socia fondatrice della prima associazione multiculturale di Parma e provincia e l’ho condotta per molti anni. Discendo da famiglie europee immigrate e queste origini mi hanno aiutato a conoscere altre lingue e culture.
Amo le arti e la natura. Mi preoccupa la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità.
Quando ho saputo della possibilità di partecipare al progetto di Kwa Dunia di Parma per Migrantour, mi è sembrata una opportunità per rimanere nell’ambito della intercultura, dell’inclusione sociale e del turismo responsabile oltre che per conoscere tante persone di diverse origini.
Fra le tappe della nostra passeggiata quella che amo di più é il Parco Ducale perché mi fa sentire più vicina alla mia terra. Argentina ed è sinonimo di spazi aperti, di natura incontaminata, così il parco con i suoi alberi secolari e tanta varietà vegetali mi fa sentire a mio agio. Inoltre, qua posso parlare del “mate”, l’infuso derivato dalla pianta Ilex paraguayensis, che si beve solitamente in compagnia.

Carmella

Carmella

Ciao, sono Carmella. Vengo da un piccolo paese dell’Africa centrale di nome Gabon. Sono in Italia da sette anni e vivo a Parma dal 2017, lavoro come ausiliaria in una scuola dell’infanzia.
Mi piace molto imparare nuove lingue e sono affascinata dalla neonatologia.
Mi ritengono una persona dolce: presumo venga dal mio nome “caramella”, come mi chiamano i bimbi della mia sezione.
Sono una persona curiosa e dinamica. Nel tempo libero amo leggere e creare occasioni di continuo apprendimento. Mi dedico agli altri collaborando con associazioni di volontariato presenti e attive nella città in cui vivo.
Sono affidabile e responsabile, qualità che ho sviluppato e maturato in ambito professionale così come personale.

Haswell

Haswell

 

Mi chiamo Haswell e vengo dal Malawi, che significa “scintille di fuoco”. Sono un insegnante missionario, sposato con una moglie e ho due figli. L’Italia è il paese di mia moglie e quindi io amo l’Italia. Amo Firenze perché è la mia casa lontano da casa. Sono orgoglioso di far parte delle guide di Migrantour Firenze perché ci dà la visione e la capacità di essere protagonisti nella nostra società interculturale. Io lo trovo un modo intelligente di integrazione per gli immigrati che amano il posto dove vivono. Sono felice di mostrare e condividere con gli altri l’attuale bellezza e ricchezza della nostra società interculturale a Firenze. Come accompagnatore interculturale collaboro per proporre un tour interculturale a Firenze per un turismo sostenibile e responsabile.

Mariela

Mariela

Ciao a tutti! Sono Mariela, e sono ecuadoriana. Vivo a Milano da 12 anni, questa bellissima città mi ha dato molte opportunità, tra cui essere accompagnatrice interculturale dal 2014 e recentemente anche coordinatrice locale.

Accompagnare le persone a conoscere i nostri tour multiculturali è un’opportunità di reciproco arricchimento e integrazione. Sento di poter condividere ciò che sono e quello che so di questa città dal mio punto di vista migrante, ma è anche un’opportunità per imparare da ciascuno dei nostri visitatori. Il percorso che accompagno è quello di Porta Venezia, un percorso ricco di storia, che si fonde con l’incontro di tradizioni diverse, letteratura interessante e attualità. A tutto questo non può mancare la varietà gastronomica che si può trovare in questa zona, e di tutta quella varietà… Io personalmente sono rapita dal delizioso zighinì e dalle croccanti samosa.

Rosina

Rosina

Sono italo-peruviana: nata da papà calabrese e mamma peruviana. Sin da quando ho memoria sono stata circondata da culture e lingue diverse grazie al lavoro dei miei genitori. L’Africa e l’America Latina hanno rappresentato i principali luoghi di riferimento, anche se le memorie affettive rimandano all’Italia del sud e al Perù. Il Perù è soprattutto presente perché, per motivi di studio, i miei viaggi verso quella parte del mondo sono sempre più frequenti. Infatti, da qualche anno, partecipo a progetti di ricerche archeologiche in varie zone del Perù. Amo vivere a Torino, la città in cui sono nata, anche se dividerei volentieri il mio tempo tra l’Italia e il Perù: sei mesi qui e sei mesi là. Ho visto nel tempo Torino cambiare e diventare luogo d’incontro di molteplici culture. Un tempo quando cercavo qualche prodotto peruviano andavo nei negozi di primizie, poi sono nati i market asiatici di Porta Palazzo veri e propri scrigni di merci dalle diverse provenienze. Ora in varie zone di Torino, tra cui San Salvario, posso trovare un angolo di Perù: se ho voglia di chicha morada, di un cebiche o di picarones posso facilmente reperirli.

Jennifer

Jennifer

Mi chiamo Jennifer, vengo dall’Africa dell’ovest dalla parte centro-meridionale della Nigeria. L’inglese è la mia lingua ufficiale ma la mia lingua madre è l’esan, una delle 525 lingue parlate dai 25 gruppi etnici presenti in Nigeria. Mi sono diplomata alla scuola superiore d’arte nel mio paese e ho studiato in un istituto privato dove ho preso la qualifica per pubbliche relazioni e amministrazione. La mia passione è ballare e ascoltare la musica attraverso le quali riesco ad esprimere la mia tristezza e anche la mia gioia. Prima di venire in Italia ho lavorato in un’agenzia viaggi a Lagos, città che conta più di 16 milioni di abitanti, e lì ho coltivato la curiosità che ho sempre avuto di conoscere ambienti diversi, con i loro abitanti, le diverse lingue e cibi. Eccomi qua in Italia! Da molti anni abito a Parma, una città tranquilla con una bellissima storia culturale, dove mi trovo bene. Lavoro come operaia in un’azienda di cosmetici e sono sposata con due figli, a casa mia abbiamo due culture e per noi è una ricchezza. Questa diversità che ci rende unici mi accomuna con Migrantour.

Mirela

Mirela

Mi chiamo Mirela e sono arrivata nell’anno 2005 dalla Romania. Torino è una città bellissima ed accogliente dove ho imparato a sentirmi a casa. Lavoro come mediatrice culturale nell’ambito della salute e come accompagnatrice interculturale per Viaggi Solidali, nel progetto Migrantour e nei viaggi turistici organizzati in Romania. Sono due lavori molto belli che, da una parte, mi hanno guidato nel percorso di integrazione, e dall’altra, mi hanno aiutato a conoscere altre culture e a comprendere la bellezza dell’intercultura e della diversità.

Credo siano dei lavori con un alto valore sociale perché, se fatti con passione, mi danno l’opportunità di far conoscere meglio le cose che ci accomunano e quelle che ci fanno sentire diversi, quindi speciali. Riusciamo in questo modo a sostenere l’integrazione di tante persone che, come me, hanno deciso di lasciare il proprio paese per una vita migliore e a far capire che la convivenza deve avere come premesse il rispetto e la conoscenza reciproca.

Pato

Pato

Patricio Hernana Valderrama Arceuello: questo è il mio nome completo, quello che ho ricevuto quando sono venuto al mondo a Santiago del Cile nel ‘79 del secolo scorso. Però durante tutta la mia vita mi hanno chiamato come si chiamano i Patrizio in Cile, ossia Pato che in spagnolo vuol dire anatra.
Anatra in dialetto parmigiano (che sento suonare nelle mie orecchie dal 2016) si dice Nador, che viene usato anche per indicare qualcuno di non troppo intelligente…. Quindi chiamatemi semplicemente Pato e dimenticatevi il resto.
Ho fatto teatro tutta la vita. Da quando avevo 16 anni, ho scelto “a muso duro” la strada come mio palcoscenico perché credevo, e credo ancora, in un teatro che sia per tutti. In questo senso vivere la strada e non solo usarla come luogo di transito, è una delle cose che più mi piace del progetto Migrantour. Le passeggiate danno nuova vita alle strade delle città, mescolano voci di luoghi distanti e le colorano con il migrante sguardo di chi racconta.
A volte sento voci di bambini mentre vado in bicicletta che mi chiamano “Torototela!”, il nome che ho scelto arrivato qui nella pianura e che ho “rubato” ai cantastorie della bassa padana di inizio secolo.
Un cantastorie speciale che parla spagnolo, cileno, italiano e soprattutto italiagnolo…. come Torototela ho dato forma a passeggiate per i più piccoli dove l’immaginazione e la fantasia sono il filo rosso di una narrazione capace di unire ciò che è accaduto nel passato, con ciò che accade nel presente e, perché no, con ciò che potrebbe accadere…

Marta

Marta

 

Sono nata in Polonia, vivo in Italia vicino a Roma in un piccolo paese di campagna.

Sono una accompagnatrice interculturale e anche la coordinatrice locale di Migrantour a Roma dal 2015.

Sono un’appassionata lettrice di gialli e di libri di storia. Mi rilasso camminando in mezzo alla natura e anche in mezzo al traffico e alla confusione della città di Roma, alla scoperta delle meraviglie e delle curiosità della città eterna.

Lavoro come mediatore linguistico-culturale negli ospedali romani.

Il Progetto Migrantour mi dà l’opportunità di incontrare le nuove persone e di divulgare i temi che mi appassionano di più: la storia, le migrazioni, l’integrazione, la convivenza e le tradizioni dei diversi popoli.