In molte lingue slave, la parola “mir” ha un duplice significato: “pace” e “mondo”. La linguistica ci offre in questo momento drammatico la più semplice delle risposte: il mondo deve ricercare la pace, come unica soluzione possibile per la convivenza dei popoli su questo nostro pianeta.
Sebbene sia spesso considerato una semplice forma di svago, anche il turismo può e deve essere una forza di pace. La curiosità nei confronti di altri paesi, il rispetto per le idee e gli stili di vita delle altre società, gli incontri significativi che facciamo in viaggio: è attraverso il dialogo interculturale che il turismo costruisce relazioni pacifiche tra le persone e le comunità.
Anche Migrantour, nel suo piccolo, persegue questo obiettivo. Da quanto è iniziata la guerra in Ucraina, ormai più di un mese fa, molte volte ci siamo interrogati sul senso del nostro lavoro e impegno quotidiano. Alcune delle accompagnatrici e degli accompagnatori interculturali della rete Migrantour sono originari dell’Ucraina, hanno amici e parenti che vivono nelle zone del conflitto e cercano di fuggire dalla violenza. Come nel caso di Yuliya, accompagnatrice interculturale di Migrantour Napoli, che ha raccontato la sua storia in una profonda intervista sul quotidiano “Il Mattino”.
Il “grande rispetto che da sempre c’è tra cittadini russi e ucraini” di cui parla Yuliya è lo stesso sentimento con cui Anna, accompagnatrice interculturale di Migrantour Torino, originaria di Kazan, in Russia, l’8 marzo 2022 ha guidato una passeggiata interculturale dedicata alla Maslenica, la grande festa tradizionale che unisce i popoli slavi dell’est europeo e che viene celebrata prima dell’inizio della Quaresima per la Pasqua ortodossa.
Tutto lo staff e i partners di Migrantour si stringono attorno alle accompagnatrici e gli accompagnatori interculturali che stanno soffrendo a causa di questa guerra, e a tutte/i quelle/i che nel tragico presente dell’Ucraina rivedono il dramma dei loro paesi, della Siria all’Afghanistan, da cui sono stati costretti a fuggire.