Il 23 agosto del 2002, in una giornata afosa, raggiunsi finalmente mia mamma in quella che sarebbe stata la mia nuova casa. Il ricongiungimento non fu solo con mia madre ma anche con quelle radici antiche quasi dimenticate dei bisnonni italiani. Potrei dire di essere destinata ad essere immigrata; ho aperto gli occhi per la prima volta in Venezuela, mosso i miei primi passi a Lima ed imparato una nuova lingua in Italia.
Dopo tanti anni, qui ho deciso di sfruttare il mio background migratorio specializzandomi nella mediazione linguistica ed approfondendo la storia delle migrazioni. Partecipando a Migrantour ho potuto dare voce a quelle tante storie di vita raccolte durante i miei studi, a trasportare con l’immaginazione, l’olfatto, l’udito ed il gusto in luoghi lontani ma pur sempre vicini in una realtà come Milano; una città che parla in tante lingue e che è divenuta piano piano interculturale.
Uno spazio urbano, globale, spesso caotico, in cui si può leggere la storia delle migrazioni osservando soltanto un’insegna, semplice oggetto che può rivelare grandi storie e dinamiche sociali. Ciò di cui mi piace più parlare sono i miei amati micromondi. Un terzo spazio transnazionale, sospeso tra un “qui” e un “là”, in cui convergono varie geografie e storie di vita, che con piacere vi racconterò.